1923-2013
La Scuola nazionale di studi medievali compie 90 anni.
Da quel lontano 1923 di tempo ne è trascorso. Da quel 1923 in cui figure di spicco della cultura italiana, come
Giovanni Gentile e Pietro Fedele, si adoperarono per istituire, presso l’Istituto storico italiano, una Scuola,
i cui alunni, insegnanti, archivisti e bibliotecari comandati, fossero impegnati a condurre le loro ricerche all’Archivio segreto vaticano.
Un tempo lungo che ha profondamente trasformato la società italiana, la sua cultura, la sua scuola, le sue strutture fondamentali. Un tempo però, in cui l’Istituto storico italiano per il Medio evo e la Scuola nazionale di studi medievali, pur adattandosi ai necessari cambiamenti di una modernità e di una postmodernità rapidissime, sono rimasti al loro posto: un posto fatto di ricerca, di formazione, di aggiornamento della didattica e di continuo dialogo fra quei mondi spesso troppo distanti.
Nei novant’anni della sua vita la Scuola nazionale di studi medievali, pur fra problemi ricorrenti, ha visto passare fra i “banchi del suo alunnato” i maggiori medievisti italiani. Da Raffaello Morghen a Cinzio Violante, da Arsenio Frugoni a Raoul Manselli, da Paolo Lamma a Girolamo Arnaldi, i “ragazzi di piazza dell’Orologio” hanno costituito, nel tempo e nell’alternarsi delle generazioni, una delle fucine più prolifiche di studiosi e di specialisti nelle discipline medievistiche.
Il convegno si pone l’obiettivo di fermare alcuni dei passaggi più significativi di una istituzione di alta specializzazione che nel corso della sua storia ha sempre tenuto fede alla volontà dei suoi fondatori.
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