Siamo nel Trecento, e la vita di un monastero è scossa da un misterioso
omicidio. A indagare non sarà Guglielmo da Baskerville, bensì il maestro
Ardighino da Padova, un po’ meno brillante del protagonista del Nome
della rosa. Eppure, proprio al capolavoro di Umberto Eco si è ispirato
Stefano Gelain per il suo "L’aristotelico impenitente" (Mauro Pagliai
Editore, 2019), romanzo accurato e denso di ironia che, come in ogni parodia,
gioca con l’ambientazione storica presentando un’irresistibile giostra
di situazioni paradossali e personaggi al limite del grottesco. Il libro
sarà presentato giovedì 6 febbraio 2020 alle ore 18.00 al Caffè Letterario Niccolini (via Ricasoli, 3). Introduce Antonio Pagliai, curatore del
ciclo d’incontri delle «Niccolitudini».
Stefano Gelain, giovane docente di lettere originario di Feltre (Belluno), si è laureato con una tesi sulla Letteratura latina medievale. Al centro del suo romanzo è la figura di Ardighino, medico e filosofo, allievo del brillante Pietro d’Abano. Piuttosto goffo, non esattamente preparato – nonostante la sua professione non conosce il latino, ma ne parla una variante maccheronica – e totalmente privo di una strategia d’indagine, Ardighino è però dotato di un certo acume e di spirito d’iniziativa, e utilizzerà ogni arma a disposizione per tentare di dare un volto a un assassino senza nome. Il conte Aghinolfo Guidi lo ha infatti invitato al Castello di Romena dopo l’omicidio del cavaliere Arnaldo Buglione, il cui corpo è stato trovato a terra, con la lingua inchiodata al pavimento. L’indagine porterà Ardighino a muoversi in un mondo fatto di religiosi e di nobili, di castellane e inquisitori, antichi tomi e sofisticati enigmi, prima di trovare finalmente, in modo rocambolesco e inaspettato, il bandolo della matassa. Presenta Enrico Nistri. Ingresso Libero.
Stefano Gelain, giovane docente di lettere originario di Feltre (Belluno), si è laureato con una tesi sulla Letteratura latina medievale. Al centro del suo romanzo è la figura di Ardighino, medico e filosofo, allievo del brillante Pietro d’Abano. Piuttosto goffo, non esattamente preparato – nonostante la sua professione non conosce il latino, ma ne parla una variante maccheronica – e totalmente privo di una strategia d’indagine, Ardighino è però dotato di un certo acume e di spirito d’iniziativa, e utilizzerà ogni arma a disposizione per tentare di dare un volto a un assassino senza nome. Il conte Aghinolfo Guidi lo ha infatti invitato al Castello di Romena dopo l’omicidio del cavaliere Arnaldo Buglione, il cui corpo è stato trovato a terra, con la lingua inchiodata al pavimento. L’indagine porterà Ardighino a muoversi in un mondo fatto di religiosi e di nobili, di castellane e inquisitori, antichi tomi e sofisticati enigmi, prima di trovare finalmente, in modo rocambolesco e inaspettato, il bandolo della matassa. Presenta Enrico Nistri. Ingresso Libero.
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