Il convegno “700-1100 d.C.: storia, archeologia e arte nei
‘secoli bui’ del Mediterraneo. Dalle fonti scritte, archeologiche ed
artistiche alla ricostruzione della vicenda storica: la Sardegna
laboratorio di esperienze culturali.”, che si svolgerà a Cagliari
presso la Cittadella dei Musei, nell’aula “Roberto Coroneo”, tra il 17 e
19 Ottobre 2012, rappresenta il momento conclusivo dell’omonimo
progetto di ricerca che negli ultimi due anni ha visto coinvolte, con il
coordinamento di Rossana Martorelli (docente di Archeologia Cristiana e
Medievale presso l’Ateneo cagliaritano), due diverse unità di ricerca
dall’Università di Cagliari, una dell’Università di Sassari e una,
infine, della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di
Cagliari e Oristano.
Il progetto, finanziato nell’ambito della Legge Regionale 7 agosto
2007, n. 7: “Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione
tecnologica in Sardegna”, si proponeva di fare luce sul periodo storico
compreso tra il secolo VIII e gli inizi del XII d.C. attraverso
l’analisi di fonti archivistiche, archeologiche ed artistiche. Si tratta
di arco cronologico cui spesso è stata attribuita la qualifica di
“secoli bui”, perché apparentemente privo di testimonianze scritte e
monumentali, in grado di fornire un quadro definito degli avvenimenti
storici, delle condizioni socio-economiche e delle relazioni.
Il periodo storico esaminato, a discapito della carenza di
informazioni lamentata dagli studiosi, è di grande importanza per la
storia dell’Europa e del Mediterraneo: si affacciano nuovi protagonisti
che modificano gli equilibri politici ed economici. Nell’XI secolo i
documenti attestano per la Sardegna il compimento di un nuovo assetto
istituzionale, quello della quadripartizione in giudicati, rispetto al
quale la mancanza di sufficienti informazioni storiche ha fatto
proliferare varie ipotesi, qualche volta fantasiose.
A partire dai 44 interventi in programma, gli studiosi si
confronteranno sui problemi storici relativi sia al ruolo della Sardegna
nell’impero bizantino, sia al rapporto dell’isola con il Papato, con
gli ordini monastici emergenti, l’Europa carolingia e il mondo islamico.
Si darà conto, inoltre, dei recenti studi sui centri urbani e delle
sedi del potere giudicale, ma anche dell’assetto del territorio e degli
indicatori cronologici e socio-economici della cultura materiale, per
giungere infine alla sfera ecclesiastica, nel tentativo di inquadrare
storicamente la chiesa sarda e conoscerne infine l’architettura delle
chiese, i monasteri e il culto dei santi.
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