Mercoledì 11 aprile 2018 la Sala Storica della Biblioteca degli Intronati
ospiterà la presentazione del libro “Ekaterina. Una schiava russa nella
Firenze dei Medici” edito da "End Edizioni". L’incontro, che inizierà
alle 17,30, vedrà gli interventi dell’autrice Marialuisa Bianchi e del professor Francesco Ricci. Coordinerà l’appuntamento Giacomo Zanibelli, membro del CDA della Biblioteca degli Intronati.
La presenza di giovani schiave nelle città europee del Quattrocento è un fenomeno poco noto e per certi versi rimosso dall'immaginario collettivo che si riferisce a uno dei periodi più affascinanti della Storia esaltandone in modo quasi esclusivo i risultati artistici e culturali. Eppure a partire dalla metà del Trecento tante furono le ragazze russe, tartare, greche, turche, saracene strappate alle loro terre e condotte nelle case dei ricchi d'Italia e non solo per svolgere i lavori domestici più umili, accudire gli anziani e soddisfare i desideri sessuali dei padroni. Marialuisa Bianchi ci mostra senza infingimenti la quotidianità, fatta di violenze, soprusi, umiliazioni e rari momenti di serenità, di una giovane schiava russa che si trova a vivere nella turbolenta Firenze di Cosimo de' Medici. Pagina dopo pagina siamo guidati alla scoperta di una città di antichi mercati, botteghe artigiane e viuzze mal frequentate, che caratterizzavano lo spazio urbano di allora tanto quanto i sontuosi palazzi, le chiese, gli ospedali che ancora oggi possiamo ammirare. L'accurata ricostruzione storica è parte stessa di una narrazione appassionante in cui personaggi esistiti e vicende realmente accadute diventano un tutt'uno con l'invenzione letteraria a cui spetta il compito di dare voce a chi non l'ha avuta. La schiava Ekaterina, il garzone Francesco, la serva Ghita, la prostituta Hysa intrecciano così le loro storie con quelle del vescovo Antonino Pierozzi, di Giovanni della Casa e della bellissima Lusanna di Benedetto, di Alessandra Macinghi Strozzi, di mercanti e preti che hanno lasciato traccia di sé nel Rinascimento fiorentino. Ne deriva un affresco mosso, sempre vivace della Firenze quattrocentesca e il racconto coinvolgente del cammino rischioso e pieno di sorprese di una schiava alla ricerca ostinata della propria libertà.
La presenza di giovani schiave nelle città europee del Quattrocento è un fenomeno poco noto e per certi versi rimosso dall'immaginario collettivo che si riferisce a uno dei periodi più affascinanti della Storia esaltandone in modo quasi esclusivo i risultati artistici e culturali. Eppure a partire dalla metà del Trecento tante furono le ragazze russe, tartare, greche, turche, saracene strappate alle loro terre e condotte nelle case dei ricchi d'Italia e non solo per svolgere i lavori domestici più umili, accudire gli anziani e soddisfare i desideri sessuali dei padroni. Marialuisa Bianchi ci mostra senza infingimenti la quotidianità, fatta di violenze, soprusi, umiliazioni e rari momenti di serenità, di una giovane schiava russa che si trova a vivere nella turbolenta Firenze di Cosimo de' Medici. Pagina dopo pagina siamo guidati alla scoperta di una città di antichi mercati, botteghe artigiane e viuzze mal frequentate, che caratterizzavano lo spazio urbano di allora tanto quanto i sontuosi palazzi, le chiese, gli ospedali che ancora oggi possiamo ammirare. L'accurata ricostruzione storica è parte stessa di una narrazione appassionante in cui personaggi esistiti e vicende realmente accadute diventano un tutt'uno con l'invenzione letteraria a cui spetta il compito di dare voce a chi non l'ha avuta. La schiava Ekaterina, il garzone Francesco, la serva Ghita, la prostituta Hysa intrecciano così le loro storie con quelle del vescovo Antonino Pierozzi, di Giovanni della Casa e della bellissima Lusanna di Benedetto, di Alessandra Macinghi Strozzi, di mercanti e preti che hanno lasciato traccia di sé nel Rinascimento fiorentino. Ne deriva un affresco mosso, sempre vivace della Firenze quattrocentesca e il racconto coinvolgente del cammino rischioso e pieno di sorprese di una schiava alla ricerca ostinata della propria libertà.
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