Sabato 30 gennaio 2016 nella Sala Conferenze del Circolo della Stampa di Avellino, LATEM (Laboratori di Archeologia Tardoantica e Medievale) presenta i risultati del lavoro di ricerca sul "Corpus dell'Architettura religiosa Europea - per Avellino e Provincia".
L’Irpinia è una terra custode di grandi tradizioni storiche e di siti archeologici e monumentali di notevole valore. Fra questi ultimi, spicca la densità di edifici cristiani risalenti ai secoli compresi fra il V e il XII che, insieme ai castelli medievali, costituiscono forse il “patrimonio diffuso” di maggiore rilevanza di tutto il territorio provinciale.
L’Irpinia è una terra custode di grandi tradizioni storiche e di siti archeologici e monumentali di notevole valore. Fra questi ultimi, spicca la densità di edifici cristiani risalenti ai secoli compresi fra il V e il XII che, insieme ai castelli medievali, costituiscono forse il “patrimonio diffuso” di maggiore rilevanza di tutto il territorio provinciale.
La conoscenza di questa eredità di fede, arte e storia oggi compie un
decisivo salto in avanti, grazie al suo inserimento all’interno di
un’importante risorsa di ricerca attivata a livello europeo.
Si tratta del progetto CARE (Corpus dell’Architettura Religiosa
Europea), la piattaforma internet costruita per custodire, in una grande
banca-dati, le informazioni e le conoscenze relative a tutte le chiese
costruite sul nostro Continente prima dell’anno 1100. A questo progetto
partecipano studiosi di molte nazioni, dalla Spagna alla Serbia,
dall’Irlanda alla Polonia, che da qualche anno stanno dando vita ad un
sistema informativo facilmente accessibile e consultabile, utile alla
ricerca scientifica, ma fondamentale anche per chiunque desideri
acquisire informazioni sull’arte e l’architettura cristiana dei primi
secoli.
Nell’ambito di questo progetto, il Laboratorio di Archeologia Tardoantica e Medievale dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli,
diretto dal professor Federico Marazzi, è stato incaricato di gestire
la raccolta dei dati per tutto il territorio della Campania. Il lavoro è
iniziato proprio dal territorio irpino e se ne presentano le prime
conclusioni, nel momento in cui i dati acquisiti vengono
progressivamente resi disponibili in rete.
Realizzati da due ricercatrici irpine affiliate all’Ateneo napoletano, Consuelo Capolupo e Alessia Frisetti, il censimento dei dati e la loro elaborazione ha rivelato un panorama variegato e affascinante attraverso sette secoli di storia.
Realizzati da due ricercatrici irpine affiliate all’Ateneo napoletano, Consuelo Capolupo e Alessia Frisetti, il censimento dei dati e la loro elaborazione ha rivelato un panorama variegato e affascinante attraverso sette secoli di storia.
La schedatura dei siti, che ha seguito i criteri imposti a livello
nazionale ed internazionale a tutte le equipes coinvolte nel progetto,
ha portato all’individuazione di 87 edifici religiosi localizzabili nei
territori comunali di 37 centri, nello specifico: Altavilla Irpina,
Ariano Irpino, Atripalda, Avella, Avellino, Bagnoli Irpino, Calabritto,
Calitri, Casalbore, Cassano Irpino, Conza della Campania, Domicella,
Forino, Flumeri, Frigento, Lapio, Luogosano, Mercogliano, Mirabella
Eclano, Montecalvo Irpino, Monteforte Irpino, Montella, Montemarano,
Montemiletto, Montoro, Nusco, Pago del Vallo di Lauro, Prata di
Principato Ultra, Pratola Serra, Quindici, Rocca San Felice, Sant’Angelo
a Scala, Sant’Angelo dei Lombardi, Serino, Summonte, Taurano, Tufo e
Venticano.
Tutti i luoghi di culto, pertanto, rientrano nelle orbite di
competenza di sei diverse diocesi e arcidiocesi attuali, e cioè quelle
di Ariano Irpino – Lacedonia, Avellino, Benevento, Nola, Salerno –
Campagna – Acerno e Sant’Angelo dei Lombardi – Conza – Nusco – Bisaccia.
Degli 87 luoghi di culto analizzati 36 sono ancora esistenti, mentre
dei restanti 51 resta menzione solo nelle fonti. Degli edifici ancora
conservati, in base alle intitolazioni attuali, 17 possono essere
classificati come chiese, 3 sono monasteri, 2 basiliche, 5 edifici
cattedrali, 8 chiese rupestri ed uno solo, lo Specus Martyrum di
Atripalda, è un sacello ipogeo con funzione martiriale e cimiteriale.
Per il loro stato di conservazione tali edifici, invece, possono
essere così divisi: 12 presentano ancora l’assetto medievale, sia
totalmente che parzialmente; 8 sono stati ricostruiti in epoca
post-medievale nello stesso sito che ospitava il luogo di culto oggetto
di analisi; in due casi le strutture altomedievali sono state inglobate
in costruzioni più recenti; 5 sono, invece, i luoghi di culto oggi in
stato di rudere e per i quali sarebbe necessario ed urgente un
intervento di restauro e messa in sicurezza ed 8 sono, infine, quelli
messi in luce attraverso campagne di scavo archeologico ed oggi parte di
parchi e/o aree archeologiche, in corso di studio o, come nel caso
della chiesa di San Giovanni a Pratola Serra, prima oggetto di scavo ed
oggi completamente abbandonata.
Terminata la fase di raccolta dei dati, si è proceduto
all’inserimento delle informazioni nel modello base della scheda ed alla
realizzazione di un apparato fotografico e grafico adeguato. Le piante
esistenti sono state adeguate ai dettami europei del CARE, mentre per
alcuni edifici è stato necessario realizzarne di nuove, sempre seguendo
gli stessi criteri. La banca-dati si collega infine ad un sistema
cartografico informatizzato che sarà progressivamente aggiornato,
anch’esso fruibile direttamente on-line.
Allo stato attuale dei lavori sono state completate tutte le 87
schede, sebbene non sia da escludere un loro continuo aggiornamento
sulla base di future scoperte e pubblicazioni.
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