venerdì 22 gennaio 2016

"L'alimentazione nell’alto medioevo: i Longobardi a tavola", conferenza a Empoli

Sabato 23 gennaio 2016 alle ore 17,00 al MUVE-Museo del Vetro di Empoli si terrà un nuovo appuntamento sull’alimentazione nell’antichità. Dopo quello con Barbara Arbeid, del 19 dicembre scorso, ecco una conferenza su "L'alimentazione nell’alto medioevo: i Longobardi a tavola", a cura di Valeria Cobianchi, membro fondatore del progetto “Presenze Longobarde”.
L’incontro si articolerà in una sorta di “guida itinerante” a tutti gli aspetti del mondo culinario relativo al VII secolo d. C. nella cultura longobarda, realizzata attraverso l’allestimento di scorci di vita quotidiana che riguardano la mensa e il banchetto, in modo che il pubblico possa vedere e toccare direttamente con mano una parte di storia. Immagini e spiegazioni relative all’archeologia sperimentale e alla ricostruzione storica faranno da accompagnamento alla conferenza.
Il progetto "Presenze Longobarde" nasce nel 2012 dall’incontro e dalla passione di alcuni archeologi medievisti già attivi nel campo della ricostruzione storica, che avevano maturato nel corso degli anni il desiderio di sperimentare i diversi aspetti della vita quotidiana e della cultura materiale relativi all’altomedioevo longobardo. L’alimentazione del periodo longobardo è uno dei grandi temi riguardanti il progetto di ricostruzione storica, impegnativo per il recupero delle informazioni utili e difficile per la riproduzione di ingredienti e oggetti d’uso domestico. "Presenze Longobarde" sta continuando e cercando di divulgare attraverso laboratori, serate a tema ed eventi ricostruttivi, ma non mette un punto e a capo alla ricerca e alla sperimentazione. Rimane molto altro ancora da cercare, provare e confrontare con i dati archeologici e le fonti storiche, poiché il lavoro del ricostruttore non si ferma alla semplice immaginazione: egli recupera i dati e propone delle soluzioni in chiave scientifica. Ed è sempre dovere di chi si affaccia a questa disciplina, cercare di divulgare e condividere le proprie ricerche in modo da generare conoscenza e partecipazione, coinvolgendo il ricercatore accademico e il semplice appassionato.

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