Sabato 11 aprile 2015, dalle ore 10.00, nella sala conferenze del Centro di
Aggregazione Sociale di Siligo (SS), in Piazza Maria Carta, avrà luogo il
convegno "Monte Santo nel 950° anniversario dell'arrivo dei
Benedettini".
La giornata di studi è stata promossa dall’Università di Sassari (Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione, e Dipartimento di Scienze Politiche) e dal Comune di Siligo, con il patrocinio del F.A.I. Sardegna, e intende celebrare il 950° anniversario del primo insediamento in Sardegna dei monaci dell'Ordine di san Benedetto. Nel lontano 1065, infatti, il giudice Barisone I di Torres donava all'abate Desiderio di Montecassino (il futuro papa Vittore III) le chiese di S. Maria di Bubalis e di S. Elia di Monte Santo "cum integro ipso monte", insieme ad un monastero già esistente che vi era annesso.
La vicenda è narrata nella Chronica Casinensis scritta dal monaco Leone Ostiense e la donazione è testimoniata in una carta conservata nell'archivio di Montecassino: la pergamena, redatta nella reggia giudicale di Ardara dal chierico sardo Nicita, costituisce il più antico documento scritto del Medioevo sardo. Le titolazioni delle chiese di S. Elia e S. Maria, assieme a quelle degli altri beni posseduti in Sardegna dai cassinesi, sono incise inoltre nei pannelli bronzei dell’antico portone del monastero laziale, che fu realizzato su commissione dello stesso abate Desiderio.
A queste due chiese era associata anche quella rupestre di S. Eliseo (nota ancora ai nostri giorni come "su crastu de Santu Liseu"), situata alle pendici del Monte Santo, nel versante di Mores: di ciò abbiamo la prova nella conferma della donazione ai cassinesi fatta dal papa Callisto II nel 1122.
Il sabato successivo alla festa campestre di s. Elia, dunque, storici, archeologi e storici dell'arte delle Università di Sassari e Cagliari si daranno appuntamento a Siligo per illustrare quel singolare evento che segnò l'arrivo in Sardegna del monachesimo occidentale. Nelle relazioni degli storici si partirà dall'età bizantina, a cui risale la diffusione del culto di s. Elia, santo del menologio greco, e tramite le vicende medievali si arriverà fino all'età moderna, quando la festa patronale del santo, gestita inizialmente da una famiglia di Siligo, passò nelle mani del comitato di S. Elia. Particolare attenzione verrà dedicata alla lettura storico-artistica delle chiese di S. Elia e di S. Maria di Mesumundu e a quella rupestre di S. Eliseo, nonché ai risultati della importante campagna di scavo archeologico compiuta nel sito di Mesumundu dall'équipe del prof. Marco Milanese, tutt'ora in corso.
La giornata di studi è stata promossa dall’Università di Sassari (Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione, e Dipartimento di Scienze Politiche) e dal Comune di Siligo, con il patrocinio del F.A.I. Sardegna, e intende celebrare il 950° anniversario del primo insediamento in Sardegna dei monaci dell'Ordine di san Benedetto. Nel lontano 1065, infatti, il giudice Barisone I di Torres donava all'abate Desiderio di Montecassino (il futuro papa Vittore III) le chiese di S. Maria di Bubalis e di S. Elia di Monte Santo "cum integro ipso monte", insieme ad un monastero già esistente che vi era annesso.
La vicenda è narrata nella Chronica Casinensis scritta dal monaco Leone Ostiense e la donazione è testimoniata in una carta conservata nell'archivio di Montecassino: la pergamena, redatta nella reggia giudicale di Ardara dal chierico sardo Nicita, costituisce il più antico documento scritto del Medioevo sardo. Le titolazioni delle chiese di S. Elia e S. Maria, assieme a quelle degli altri beni posseduti in Sardegna dai cassinesi, sono incise inoltre nei pannelli bronzei dell’antico portone del monastero laziale, che fu realizzato su commissione dello stesso abate Desiderio.
A queste due chiese era associata anche quella rupestre di S. Eliseo (nota ancora ai nostri giorni come "su crastu de Santu Liseu"), situata alle pendici del Monte Santo, nel versante di Mores: di ciò abbiamo la prova nella conferma della donazione ai cassinesi fatta dal papa Callisto II nel 1122.
Il sabato successivo alla festa campestre di s. Elia, dunque, storici, archeologi e storici dell'arte delle Università di Sassari e Cagliari si daranno appuntamento a Siligo per illustrare quel singolare evento che segnò l'arrivo in Sardegna del monachesimo occidentale. Nelle relazioni degli storici si partirà dall'età bizantina, a cui risale la diffusione del culto di s. Elia, santo del menologio greco, e tramite le vicende medievali si arriverà fino all'età moderna, quando la festa patronale del santo, gestita inizialmente da una famiglia di Siligo, passò nelle mani del comitato di S. Elia. Particolare attenzione verrà dedicata alla lettura storico-artistica delle chiese di S. Elia e di S. Maria di Mesumundu e a quella rupestre di S. Eliseo, nonché ai risultati della importante campagna di scavo archeologico compiuta nel sito di Mesumundu dall'équipe del prof. Marco Milanese, tutt'ora in corso.
Per il programma completo del convegno in formato PDF, clicca qui !
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